Questa è la cisterna più grande della città, con una capienza di 5 milioni di metri cubi di acqua e una profondità di 15 metri, composta da una concamerazione di cisterne a campana e di vicinati inglobati nelle cisterne che comunicavano tra loro per mezzo di enormi pilastri.
Per renderla impermeabile fu interamente intonacata utilizzando il coccio-pesto, antica tecnica risalente ai Romani , che prevedeva l’utilizzo di frammenti di laterizi (tegole o mattoni) minutamente frantumati e malta fine a base di calce aerea. Alla fine del 1920 ,con la costruzione dell’Acquedotto Pugliese , venne chiusa e se ne perse il ricordo.
Fu riscoperta nel 1991 durante i lavori di riqualificazione di Piazza Vittorio Veneto. Al momento della scoperta essendo ancora piena d’acqua e non conoscendone l’estensione venne esplorata in gommone.
Per dimensioni e struttura viene considerata come “La Cattedrale dell’acqua” caratterizzata da pareti arrotondate.