LEGGENDE E TRADIZIONE DELLA FESTA DELLA BRUNA
Il 29 Giugno, giorno dell’accensione delle luminarie di piazza Vittorio Veneto, segna l’ultimo “passaggio canonico” prima della 627° edizione della Festa della Bruna.
Una festa antichissima le cui origini risalgono ad oltre 600 anni fa e ad oggi non sono del tutto chiare infatti,
di generazione in generazione, le leggende tramandate si sono arricchite di numerosi particolari rendendo
ancora più complesso stabilire quale sia la chiara origine della Festa. Sono tre le leggende che narrano della
sua nascita.
Una di queste narra di un contadino che, dopo una giornata di lavoro nei campi, sulla via del ritorno a casa
incontra una ragazza sconosciuta in cerca di un passaggio. Dopo averla accompagnata fino alle porte della
città sul proprio carro, nei presso della chiesetta di Piccianello, il contadino vide la ragazza trasformarsi in
una statua e salutarlo con queste parole: “E’ così, su un carro addobbato, voglio entrare ogni anno nella
mia città”.
Le altre due leggende spiegano invece perché, al termine della Festa, il carro trionfale venga distrutto.
La prima narra di un probabile assalto saraceno alla città di Matera. Così, per impedire che le icone sacre
finissero nelle mani degli invasori, i cittadini scelsero di distruggere volontariamente il carro per impedirne
il saccheggio.
L’altra leggenda è invece legata alla figura del Conte Tramontano, signore della città fino al 1514, anno in
cui i cittadini si ribellarono alla sua oppressione. Pare che il Conte avesse promesso alla città tutto il
necessario per lo svolgimento della Festa, persino un carro nuovo ogni anno. I cittadini, per mettere alla
prova l’odiato Signore, assaltarono il carro costringendo il Conte a mantenere la promessa.
Il 2 Luglio, giorno delle celebrazioni in onore di Maria Santissima della Bruna, è chiamato “il giorno più
lungo dei materani” non a caso, sono infatti molti gli appuntamenti che scandiscono il trascorrere della
Festa.
Si comincia alle prime luci dell’alba con la Processione dei Pastori che vede la sacra effigie della Madonna
sfilare tra i quartieri più antichi della città accompagnata da botti pirotecnici che ne preannunciano il
passaggio. La processione è detta “dei pastori” poiché a parteciparvi erano appunto i pastori che, dovendo
accompagnare il gregge al pascolo, non potevano celebrare la Festa con gli altri cittadini.
Alla processione segue poi la tradizionale sfilata dei Cavalieri della Bruna, scorta ufficiale del carro trionfale,
che percorrono le vie del centro storico con cavalli bardati di fiori accompagnando la statua della Madonna.
Nel tardo pomeriggio il carro trionfale viene “prelevato” dal rione Piccianello ed accompagnato per le vie
della città fino a raggiungere Piazza del Duomo, luogo in cui compie tre giri, simbolo della presa della città
da parte della Santissima patrona, e si avvia verso Piazza Vittorio Veneto dove tutta la città lo attende. È
proprio qui che avviene il tradizionale “sfascio del carro”. Tutto avviene nel giro di pochi minuti, sono attimi
frenetici in cui ciascuno cerca di portare a casa un pezzo del carro, simbolo di prosperità e buon auspicio
per l’anno a venire.
La Festa si conclude a mezzanotte con gli spettacolari fuochi d’artificio sulla Murgia, in un tripudio di
scintille colorate.
E così termina “il giorno più lungo dei materani”, un giorno che ogni cittadino aspetta con trepidante attesa, che termina con la certezza che il carro trionfale del prossimo anno sarà ancora più bello, perché come recita il proverbio: “Ammoghj ammoghj all’onn c’van” (Di bene in meglio, al’anno venturo).